‘Insieme per la legalità si vince’: spiegare la mafia alla primaria con un percorso laboratoriale
Le classi quinte della scuola primaria di Casalgrande hanno partecipato al concorso “Insieme per la legalità si vince”, in cui hanno prodotto degli elaborati per raccontare e comprendere la mafia dal loro punto di vista. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Casalgrande (RE) con l’obiettivo di promuovere già nella scuola primaria i principi della legalità e dell’educazione civica.
Il percorso della scuola primaria che ha partecipato al concorso “Insieme per la legalità si vince” è iniziato a dicembre 2021, quando il Comune di Casalgrande (RE) ha distribuito gratuitamente agli alunni delle classi quinte il libro ‘La mafia spiegata ai bambini. L’invasione degli scarafaggi’ scritto da Marco Rizzo e illustrato da Lelio Bonaccorso. Il libro racconta in forma di favola le dinamiche di soggezione, intimidazione e violenza della criminalità organizzata e il modo in cui uscirne.
Le classi hanno quindi intrapreso tra gennaio e febbraio 2022 un percorso laboratoriale culminato il 21 marzo 2022 con la premiazione dei tre migliori elaborati che raccontavano la mafia dal punto di vista dei ragazzi, in occasione della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Gli alunni si sono cimentati in diverse forme progettuali: la redazione di Dire Fare Insegnare ha chiesto alle maestre Monica Catellani e Annalisa Marconi di raccontarci come è stato condotto questo progetto dal punto di vista didattico nelle classi 5A e 5B.
Ritenete che il libro “La mafia spiegata ai bambini. L’invasione degli scarafaggi” abbia fornito un buon punto di partenza per affrontare un argomento così complesso?
Catellani: Si, è stato un buon punto di partenza! Partire da una lettura è una modalità molto efficace per i bambini. È un libro che illustra delle parole chiave, come quella di “mafia”, “cattivo”, “boss”, “bullo”, e ciò ha permesso l’introduzione a una terminologia in parte a loro sconosciuta. Inoltre, il fatto che i protagonisti della storia fossero bambini ne ha reso più facile la comprensione e immedesimazione. Infine, il libro usa la metafora del mafioso come scarafaggio e ciò permette la figurazione disumana del sistema mafioso, ma lascia anche un segnale di speranza e di possibilità di cambiamento sociale.
Marconi: Il lavoro sulla terminologia è stato fondamentale per introdurre l’argomento in modo comprensibile per i bambini, partendo dalla loro quotidianità. Sono state fatte anche analogie con il libro Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, anch’esso letto e analizzato in classe.
Come si sono svolte le attività in classe? In quali ore rientravano?
Marconi: Prevalentemente le maestre di italiano si sono occupate di questo progetto durante le loro ore, leggendo gradualmente il libro in classe, stimolando riflessioni e chiedendo ai bambini di scrivere su un post-it le parole chiave che rappresentavano meglio il racconto. Nelle ore di geografia sono stati mostrati video sui diversi tipi di mafia nel mondo e in Italia e video su chi ha combattuto la mafia, come Falcone, Borsellino e Peppino Impastato.
Dopo queste prime attività abbiamo analizzato in classe il testo della canzone “Pensa” di Fabrizio Moro, facendo riflessioni insieme e poi chiedendo agli alunni di evidenziare tre passaggi che li colpivano, scrivendo delle riflessioni individuali. Le attività precedenti hanno permesso ai bambini di svolgere questa attività in modo già preparato e competente.
Questa serie di attività ha permesso ai bambini di sentirsi entusiasti, responsabili e pronti a produrre l’elaborato per il concorso. Come obiettivo per il nostro elaborato abbiamo scelto di produrre qualcosa per trasmettere a tutti gli altri bambini della scuola. Le classi 5A e 5B hanno infatti prodotto un kit contro la mafia, in formato digitale e cartaceo.
La 5B ha creato il Manifesto contro la mafia per far conoscere questo fenomeno, evidenziandone i comportamenti viziosi che lo caratterizzano e suggerendo in risposta anche atteggiamenti virtuosi da intraprendere quotidianamente. Il manifesto è stato prodotto in formato cartaceo e Book Digitale, arricchito di vocali e immagini. È stato svolto anche un lavoro artistico, realizzando un graffito partendo dal titolo del manifesto: ‘Accendi la luce e alza la voce’.
Catellani: La 5A ha prodotto acrostici e mesostici di quattro termini chiave della mafia (pizzo, omertà, paura, boss) e dei termini chiave della legalità (libertà, coraggio, unione, onestà): un esercizio di scrittura creativa finalizzato a offrire una spiegazione semplice che potesse rimanere in eredità alla scuola.
Quali sono gli obiettivi didattici del progetto?
Catellani: Conoscere che cos’è la mafia, padroneggiare il lessico fondamentale, riconoscerne le dinamiche comportamentali nella quotidianità, comprendere il testo di una canzone, lavorare in gruppo, fare scrittura creativa e sviluppare le competenze digitali del programma utilizzato.
Cosa ha lasciato agli alunni?
Catellani: Sono sicuramente più consapevoli e gratificati dalla responsabilità di essere stati i più grandi della scuola ad aver fatto qualcosa per i più piccoli.
Alla luce di questa attività, potenzialmente ripetibile ogni anno, avete progettato del materiale o delle schede didattiche con cui orientare i momenti laboratoriali anche in futuro?
Marconi: Le altre maestre avranno accesso ai nostri materiali e ai tipi di attività svolte, lasciando comunque aperta altre possibilità di progettazione didattica autonoma.
Credete sia possibile diffondere questo tipo di attività anche in altre scuole e declinarlo per specifiche fasce di età, rendendo accessibile il tema anche per i più piccoli?
Marconi: Assolutamente si! Ad esempio, il manifesto potrebbe essere compreso anche in una scuola dell’infanzia o in una classe prima, incentrando la spiegazione sui tipi di comportamento corretti e scorretti. Si potrebbero sfruttare le ricorrenze di giornate speciali per diffondere questo tipo di iniziative.
Catellani: Per rendere accessibili questi argomenti a bambini più piccoli si deve partire dalle dinamiche della vita quotidiana. Ci si può concentrare sul riconoscimento delle ingiustizie e sull’importanza di dire la verità, stare uniti, dialogare, evitando l’indifferenza e la prepotenza.
L’iniziativa ha avuto anche il patrocinio di Avviso Pubblico, l’associazione dei comuni che lotta contro la corruzione e l’infiltrazione della criminalità organizzata, di cui Casalgrande fa parte. Durante la giornata di premiazione del 21 marzo al teatro De André di Casalgrande, con le classi era presente Pippo Giordano, ex investigatore della Direzione investigativa antimafia e collaboratore dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che ha raccontato la sua esperienza e risposto alle domande dei bambini.